Acqua fluviale
negata: i persichi di Papigno muoiono
Burocrazia e lassismo
politico condannano gli alberi e gli orti del paese
Lo abbiamo segnalato per un anno al tavolo del “famoso”
Patto di Solidarietà, inascoltati.
Abbiamo scritto più articoli di denuncia, ma il Comune fa
orecchie da mercante.
Abbiamo telefonato all’help desk “Strade Sicure” (che finora
ci sembrava l’unico servizio serio ed efficiente), ma dopo varie prese in
carico da parte di disponibili e responsabili operatori comunali, purtroppo la
pratica arriva sul tavolo del “funzionario”, e lì come al solito, muore.
Come già successo per la reiterata segnalazione di assenza
di acqua fluviale per le fontane di Via Pisacane e Piazzetta Amendola che
alimentano gli orti e sono da più di un anno a secco; ora è la volta dei tubi
del parcheggio che ci permettevano di far vivere lecci, lavande e arbusti messi
a dimora nel 2011 grazie alla Circoscrizione Est.
Sono semplicemente otturati e manca una semplice chiavetta
di apertura flusso (costo 1 euro?!?!...), ma il Comune , a detta del solito,
noto, “funzionario”, non può intervenire, perchè, ci fa sapere, “i tubi sono privati e l’acqua di fluviale
non è competenza comunale” (e non ci dice comunque di chi dovrebbe essere….).
In un caso o nell’altro ostruzionismo totale, forse a causa della nostra cronica
ed ostinata mancanza di sponsor politici…
Guarda caso gli unici punti in cui l’acqua fluviale non
viene e nessuno può intervenire sono quelli che alimentano gli orti e gli spazi
verdi pubblici.
Per innaffiare le pesche e farle sopravvivere a questa siccità,
ora che sono cariche di frutti, facciamo slalom di tubi attaccandoci ad altri
rubinetti che alimentano altri orti più in basso, ma la pressione, ovviamente è
ridicola e discontinua.
I persichi più
anziani sono già stati attaccati da parassiti. Li stiamo faticosamente curando,
ma anche lavarne le cortecce, come ci ha raccomandato di fare il carabiniere
forestale che le ha visitate, diventa un’impresa. I frutti ancora verdi cadono.
Il Comune di Terni, grazie al suo zelante funzionario (pure
molto attivo e presente, anche aldilà delle competenze, se c’è da raccogliere
meriti per le Giornate FAI) sta facendo morire coscientemente e consapevolmente
l’ultimo baluardo della storia del paese, il suo simbolo, la forza della sua
volontà di riscatto.
Il parcheggio di Papigno dopo 5 anni ha assunto quasi in
aspetto dignitoso, grazie alle
nostre piante, e la lavanda è in piena fioritura. Moriranno anche loro perchè
il Comune non sa di chi siano i tubi, di chi la competenza dell’acqua fluviale
e, soprattutto, ha ancora il dente avvelenato con la Circoscrizione Est che
all’epoca ci sostenne e fece l’impianto d’irrigazione al parcheggio, creando
successivi problemi di “identità” ai funzionari zelanti….ma solo con noi!!!
Il Direttivo dell’Associazione Papigno Pesche
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