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Terni, discarica ex Carburo senza cancelli: residenti furibondi per mancata bonifica
Papigno pesche:"Faremo un nuovo esposto, giusto i tubi dell'acquedotto sono al sicuro"
«Si ha maggior cura nel proteggere intonsi e
scintillanti tubi acquedottiferi, che non la salute e la sicurezza della
popolazione, lasciando spalancati ingressi all’
area Sin della discarica dell’ex carburo.
Da 14 anni ci prendono in giro con la presunta bonifica – tuonano
furiosi i rappresentanti dell’associazione Papigno pesche – abbiamo
sprecato tanto tempo in estenuanti quanto inutili riunioni,
progettazioni, visite guidate alla ‘zona rossa’, ascoltando faraonici
progetti. Da ultimo, la farsa dei tavoli tecnici di concertazione di
fantomatici Patti di solidarietà (da cui, per fortuna, ci siamo messi in
salvo per tempo, salvaguardando il nostro tempo e la nostra igiene
mentale)».
Sin Papigno Intanto scopriamo che per la bonifica
bisogna ricominciare tutto d’accapo perché categorie di rifiuti e loro
consistenza, inquinanti, non stanno dove e come dovrebbero stare. Tutto
da rifare, nuove carte da rimandare al ministero e ‘la cera se consuma e
lu mortu non cammina’. Intanto – denunciano – alla discarica si accede
direttamente e comodamente dal Piazzale Corot (oltre che da almeno altri
due punti del paese, non, o ridicolmente protetti e non opportunamente
segnalati). A destra del cancellone principale (comunque aggirabile con
facilità anche dai bambini che giocano nel vicino campetto), un vistoso
ingresso provvisto di cancelletto arrugginito e chiuso, con ampio e
comodo foro d’accesso ad altezza d’uomo alla sua destra, consente di
portare a spasso i cani. Lo stato di pericolosità e incuria in cui versa
la zona è inaccettabile. Case a meno di 30 metri, due corsi d’acqua
(Cervino e Nera) in prossimità, sosta di camper nel parcheggio
antistante, presenza costante di turisti frequentatori del rafting,
bambini che giocano nei dintorni e spesso travalicano i confini e chi
più ne ha più ne metta».
L’acquedotto Terria-Pentima
«Un’area dichiarata Sito d’interesse nazionale deve essere bonificata e
inaccessibile. Non possono passare 14 anni senza che nulla accada e si
tiri a campare. Però i tubi del
nuovo acquedotto
son ben custoditi, ma riparare quello esistente e salvare il Nera e il
suo ecosistema delicatissimo non era meglio? Chiudiamo, la nostra
ennesima denuncia, cui seguirà l’ennesimo esposto alle Autorità
competenti, riportando una considerazione del Prof. Luca Tomio che
alcuni giorni fa, ci diceva di come avesse riscontrato discrepanza di
quote fra il dipinto di Leonardo e l’attuale paesaggio (area della
discarica a ridosso della rupe). Certo – gli abbiamo risposto- i conti
tornano: ai suoi tempi qui c’era solo natura e bellezza, non monnezza».
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