C'e' da salvare la citta' nella natura

"C'e' da salvare la citta' nella natura. Il risanamento dall'interno.
Basta che i fautori del progresso si pongano il problema.
Questa regione, [...] e i villaggi intorno, dovrebbero essere rispettati proprio nel loro rapporto con la natura. Le cose essenziali, nuove, da costruire, non dovrebbero essere messe addosso al vecchio.
Basterebbe un minimo di programmazione. ........e' ancora in tempo per fare certe cose. [...]
Quel che va difeso e' tutto il patrimonio nella sua interezza.
Tutto, tutto ha un valore: vale un muretto, vale una loggia, vale un tabernacolo, vale un casale agricolo.
Ci sono casali stupendi che dovrebbero essere difesi come una chiesa o come un castello.
Ma la gente non vuol saperne: hanno perduto il senso della bellezza e dei valori. Tutto e' in balìa della speculazione.
Cio' di cui abbiamo bisogno e' di una svolta culturale, un lento sviluppo di coscienza......".
Pier Paolo Pasolini, 1974

venerdì 22 giugno 2012

...e ancora....

22/06/2012 - PAG. 24 IL Giornale dell'Umbria

Un progetto

di riqualificazione

“abusivo” elaborato

dai cittadini

Papigno si prepara al rilancio

di  ARNALDO CASALI

TERNI - I cittadini sono stanchi di
aspettare soluzioni dall’alto e si riprendono
il borgo, e non solo, con un Progetto per il éaese
È proprio questo, infatti, il nome
della proposta presentata ieri mattina
al sindaco Di Girolamo: un progetto
elaborato dal comitato Papignopesche
e dal centro sociale in
collaborazione con il Club alpino
italiano e la circoscrizione Est, che
ha l’obiettivo di riqualificare l’area
intorno agli ex stabilimenti chiusa
ormai da sette anni.
L’area - vasta oltre 100mila metri
quadrati - comprende i campi sportivi
e altre strutture un tempo a disposizione
della cittadinanza e oggi
inaccessibili. Nel 2005, infatti,
un’ordinanza dell’Unione Europea
fece chiudere l’intera area per inquinamento
da idrocarburi. Poco dopo
il terreno entrò nel contratto stipulato
dal Comune di Terni con Cinecittà:
l’impegno della società romana
(che paga un affitto complessivo di
3000 euro al mese) era di bonificare
la zona per poi costruire un hotel e un
grande parcheggio con l’obiettivo di
incentivare l’utilizzo degli studios
da parte delle produzioni cinematografiche.
Dopo sette anni, però, nulla è stato
fatto e i paesani hanno deciso che il
tempo dell’attesa è finito: «Siamo
entrati abusivamente nell’area -
spiega Giuseppe Livi, presidente del
centro sociale - e abbiamo effettuato
dei rilievi, con il preciso obiettivo di
elaborare un progetto di riqualificazione
».
Quel progetto “abusivo” è finito
ora nelle mani del sindaco Leopoldo
Di Girolamo. «È un elemento di orgoglio
e rappresentazione della propria
comunità» commenta.
«Nei cittadini crescono gli elementi
di insoddisfazione - continua
il primo cittadino -, ma di solito c’è
un generico appellarsi alle responsabilità
delle istituzioni. Qui, invece,
ci sono i cittadini che si rimboccano
le maniche nell’avanzare delle proposte
». «Insomma - continua il sindaco
- ci si riappropria del proprio
destino e se ne diventa protagonisti.
Credo che questo sia un segno fondante
della democrazia. E sfata il
luogo comune secondo cui nei centri
sociali ci si limita a giocare a carte e a
ballare».
«Si punta a recuperare il senso della
bellezza e dei valori e l’orgoglio
per il posto in cui si vive» aggiunge
Di Girolamo, accogliendo ufficialmente
la proposta. Una proposta che
non potrà avere seguito, però, se il
Comune non si fa carico dei lavori di
bonifica. «I lavori complessivamente
dovrebbero costare 350 mila euro.
Per il momento il Comune dovrebbe
recuperarne 200mila» spiega Livi.
«Puntiamo di arrivare alla bonifica
di almeno il 30% entro la fine
dell’anno - dice il sindaco - per i finanziamenti
aspettiamo il consuntivo
di bilancio».
Il progetto di riqualificazione della
vasta aerea antistante l’ex stabilimento,
in realtà, è solo l’ultimo atto
di un recupero del borgo iniziato tra
le stesse mura cittadine.
«Eravamo stanchi di aspettare soluzioni
che non arrivavano mai -
spiega Maria Cristina Garofalo, presidente
del Comitato Papignopesche
- per questo abbiamo deciso, in
collaborazione con la Circoscrizione,
di attivarci e partecipare in prima
persona alla rinascita di Papigno».
«Una parte del paese era diventata
bosco» spiega ancora Livi. «Con il
comitato Papignopesche, presieduto
da Maria Cristina Garofalo, abbiamo
eliminato le sporcizie, tagliare
le erbacce, scoperto terrazzamenti
e orti perduti più di trent’anni fa. Abbiamo
scoperto orti pensili e ne abbiamo
impiantato altri».
Prima dell’arrivo della fabbrica
Papigno era conosciuta per la qualità
delle sue pesche. L’obiettivo del comitato
cittadino e del Centro sociale
è stato quindi, in primis, ritrovare le
radici del borgo stesso.
«Il punto di partenza è stato riportare
alla luce gli antichi orti terrazzamento
del paese, che ha poi nutrito
ulteriormente la voglia di ripensare
l’intero assetto urbanistico e sociale,
in breve la qualità della vita di Papigno
attraverso azioni dirette attraverso
il volontariato: la progettazione
strategica per dare al paese un futuro
nell’ambito del turismo e la progettazione
di servizi di pubblica utilità
per i residenti». «La comunità di
Papigno - conclude Garofalo - è
adesso pronta a confrontarsi con
l’amministrazione comunale con la
speranza che il progetto partecipato,
possa essere compreso, sostenuto,
incoraggiato e preso in carico».
Il progetto elaborato è dettagliatissimo
e comprende impianti sportivi,
un parcheggio riservato esclusivamente
ai cittadini di Papigno, un
centro ristoro, bagni, area attrezzata,
nuovi orti e un’area sosta per camper
e servizi. Il tutto a servizio dello stesso
paese.

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