C'e' da salvare la citta' nella natura
"C'e' da salvare la citta' nella natura. Il risanamento dall'interno.
Basta che i fautori del progresso si pongano il problema.
Questa regione, [...] e i villaggi intorno, dovrebbero essere rispettati proprio nel loro rapporto con la natura. Le cose essenziali, nuove, da costruire, non dovrebbero essere messe addosso al vecchio.
Basterebbe un minimo di programmazione. ........e' ancora in tempo per fare certe cose. [...]
Quel che va difeso e' tutto il patrimonio nella sua interezza.
Tutto, tutto ha un valore: vale un muretto, vale una loggia, vale un tabernacolo, vale un casale agricolo.
Ci sono casali stupendi che dovrebbero essere difesi come una chiesa o come un castello.
Ma la gente non vuol saperne: hanno perduto il senso della bellezza e dei valori. Tutto e' in balìa della speculazione.
Cio' di cui abbiamo bisogno e' di una svolta culturale, un lento sviluppo di coscienza......".
Pier Paolo Pasolini, 1974
lunedì 30 aprile 2012
venerdì 27 aprile 2012
Adotta un orto a Papigno parte III^
martedì 24 aprile 2012
Bollettino ortolano: sono nati 2 cetrioli!!!!
Si attende con ansia l'insalatina da taglio!
lunedì 23 aprile 2012
Bollettino stato avanzamento lavori
Insieme a zio Renato, Micaela, Massimo, il piccolo Fillippo dall'innaffiatoio rosso, Simona che ha comprato una quantita' indefinita di piantine e sementi, abbiamo proseguito i lavori di ripullitura, ripristino e piantumazione. Da segnalare nel corso della zappatura dell'aiulo Collinetta, di numero 3 cipolle preesistenti! (la cui foto pubblicheremo quanto prima, a testimonianza del fatto).
Il camminamento sotto le mura del secondo terrazzamento dell'orto di Adriano-Roberto-Fabrizio, che porta alla cantina di zio, e' proseguito con:
- potatura siepi aggettanti di biancospini e rosmarino
- riallocazione del rosmarino in altre aiule piu' consone, a trattanemineto anche del terreno
- livellamento stradello con relativa picco-zappatura per rimetterein luce le antiche mura
- momentaneo accatastamento degli sfalci su lato destro, sul cigliodel muretto sottostante per delimitare esposizione percorso
- prime visite guidate alla cantina-sgrottamento e ipotesi fantastiche di destinazione d'uso
Fabrizio e Roberto si son dedicati al loro orto privato, cooperando con consiglli alla progettualita' generale (dislocazione compost e contenitori acqua piovana, potature, distanze di piantumazione ortaggi...), nonche' hanno ridipinto anche il cancelletto del loro bellissimo orto.
C'e' venuta a trovare una simora dirimpettaia di Micaela, che si e' stupita non di poco, nel vedere i camminamenti che m'ero ripulita nella 'pausa pranzo'.....
Sabato, insomma, fra risate, rastrellate, muretti a secco fatti e disfatti, ci siamo divertiti un mondo e abbiamo anche fatto qualcosa di molto utile e bello per noi e per la comunita'.
venerdì 20 aprile 2012
mercoledì 18 aprile 2012
Chi l'ha viste? ovvero "Fiorirosafioridipescooooo...."
Riflettevamo che pure se: calciocianamide, abbandono progressivo della coltivazione a favore dell'impiego certo in frabbrica (!!!???!), epidemia di parassiti (si sa che lu persicu e' delicato...), etc. etc., possibile che manco un nocciolo e' cascato e ha dato vita a una pianta!?!?!
Insomma, chiunque avesse notizie e/o avvistamenti, e' pregarto di segnalarcelo in questo blog! Grazie!!!
(...) Ma il mistero più avvincente è quello che avvolge le pesche di Papigno. Erano famosissime e cantate dai viaggiatori del Gran Tour. E agli inizi dell’Ottocento, arrivarono anche alla corte inglese, come omaggio alla regina Carolina Amelia Elisabetta di Brunswich-Wolfenbuttel, moglie di Giorgio IV. La quale, forse per consolarsi di uno scandalo che l’aveva coinvolta, arrivò a Papigno per vedere la Cascata delle Marmore e qui fu ospite del conte Carlo Graziani. E da allora, fino alla morte della regina, nel 1821, ogni anno partivano per la Corte alcune cassette della famose pesche, che la reale signora aveva così apprezzato.
Le celebri pesche, però, nella Valle di Papigno sono scomparse da tempo. In compenso, c’è chi assicura di averle viste pochi anni fa al mercato di Parigi, dove potrebbero esser arrivate al seguito di emigranti che si erano portati i semi. Certo è che le pesche di Papigno sono arrivate fin negli States, in California dove questa varietà viene coltivata. «Così che, oggi, per ironia della sorte», dice Isabella, «se volessimo tornare a piantarla da noi, dovremmo andarla a prendere in America, mangiarla per strada e riportare i noccioli dentro la valigia».
(stralcio del testo di Marcella Calzolai, tratto dal sito http://www.promiseland.it/2003/08/13/i-viaggi-della-frutta/)