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07 Feb 2020
18:32
di S.F.
Un sopralluogo
congiunto di I° e II° commissione consiliare che si è trasformata per lo più –
al solito – in una sorta di ‘tour turistico’ per le vie della piccola frazione.
Una scampagnata fuori porta che aveva l’obiettivo di mettere in evidenza le
criticità di Papigno e ascoltare alcuni residenti sullo stato dell’arte: in
parte è successo, per il resto i consiglieri comunali si sono intrattenuti su
altri argomenti ‘caldi’ come il terremoto politico di Ferentillo, il ‘caso’
Enrico Melasecche ed il trasporto disabil vista la presenza in loco
dell’assessore al welfare Cristiano Ceccotti. I guai non mancano e sono stati
esposti a mo’ di pressing per dare un’accelerata: focus sul Sito di interesse
nazionale Terni-Papigno, la bonifica che non arriva mai e la manutenzione
ordinaria.
Il giro
Poco più di
un’ora di tour per avere – in molti sono rimasti sorpresi da alcune zone del
borgo che non avevano mai visto – un quadro più chiaro su una situazione già
studiata nelle precedenti commissioni consiliari. A fare da ‘ciceroni’ al
corposo gruppo (out l’assessore Benedetta Salvati e Federico Nannurelli,
quest’ultimo impegnato con la soprintendente Marica Mercalli a Piediluco, a
livello tecnico c’era Paolo Neri per l’amministrazione comunale) Maria Cristina
Garofalo e Luigi Ascani, rispettivamente leader delle associazioni Papigno
Pesche e Il Castello di Papigno: sono loro in primis ad aver spiegato ai
commissari (Federico Cini su tutti) i guai che la frazione si porta dietro da
tempo.
«Bonifica
fondamentale»
Va bene fare
sopralluoghi e fare audizioni a palazzo Spada, poi il tutto va tradotto in atti
concreti e qui la cosa diventa più complicata. Un po’ il senso del messaggio
lanciato dalla Garofalo ai presenti, quantomeno coloro che l’hanno ascoltata
davvero: «Il Sin è stato dichiarato nel 2001 ed è grave che dopo diciannove
anni non sia stato fatto – si riferisce alla troppa facilità di ingresso in
aree a rischio – cancello di protezione. La bonifica è una priorità, speriamo
che sia fatta. Questo è il problema di base del territorio: è prospiciente al
paese e purtroppo è accessibile anche da qui. Sono stati fatti degli interventi
nel 2003 e ora sono in corso ulteriori carotaggi richiesti dal ministero. Dopo
vent’anni siamo ancora in attesa che l’area venga restituita ai cittadini»,
ribadisce anche in merito al campo di calcio sottostante. «Purtroppo c’è un
accesso diretto da piazzale Corot, si entra dalla rete a fianco».
La sicurezza e la speranza
La partita
della bonifica è complessa. Meno l’altro aspetto che tira in ballo la Garofalo:
il mantenimento della sicurezza delle mura di cinta. «Quelle che guardano verso
la Valnerina sono cadute e vanno ripristinate, c’è un problema di passaggio.
Dall’altro lato – continua – si è verificato un crollo nella scorsa primavera.
Si tratta di manutenzione ordinaria ed è importante». Un pizzico di fiducia
sembra esserci nonostante tutto: «L’impegno delle commissioni è convinto e
continuativo, c’è omogeneità di vedute tra minoranze e maggioranza. Il discorso
della bonifica è vasto e complesso, avrà degli step lunghi. Ma il
consolidamento delle mura crediamo possano essere attuato, mi auguro ci sia la
volontà. Papigno non è mai stato preso realmente in considerazione. L’auspicio
è che questa sia la volta buona». Si punta anche sulla realizzazione della
pista ciclabile – collegamento tra vocabolo Staino e la cascata delle Marmore –
e l’itinerario dei plenaristi.
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